I nostri primi 10 anni

La Junion Band compie dieci anni: “Era il mio sogno, ci regala felicità”

Lidia Bianchi, presidente da sempre e ideatrice del progetto racconta le storia della Banda musicale: dai primi passi a oggi

La Junion Band compie dieci anni. Quanto è grande la sua soddisfazione?
«Direi immensa. Ogni anno il gruppo cresce, insieme all’attività e al numero dei componenti. Oggi siamo arrivati a 50, più gli insegnanti di musica. All’inizio eravamo dodici».

Tutto è cominciato nell’ottobre del 2014. Perché proprio a Scandolara?
«Quasi per caso. Io sono di Cremona, mio marito è di Crema. Quando ci siamo sposati cercavamo casa e siamo finiti qui. Ero insegnante elementare, l’ho fatto per 20 anni. Mi piaceva, dentro di me però cullavo questa ambizione: far nascere una vera Banda musicale, fatta di ragazzi e ragazze».

La passione per la musica era già qualcosa di importante nella sua vita.
«Ero e sono clarinettista, sin da bambina. Suonavo nella banda provinciale di Cremona. È lì che ho incontrato e conosciuto mio marito Jader Bignamini, anche lui clarinettista».

Bene, e poi?
«Per anni ho chiesto ai sindaci del territorio se esistesse la possibilità di avere una sede. Da qualche parte si deve pur incominciare».

E cosa accade?
«Qui esiste l’Unione Oglio Ciria, con Corte de’ Frati, Grontardo e Olmeneta. Succede che la Banda di Corte de’ Frati cessa l’attività. Rosolino Azzali, allora sindaco, sposta l’interesse sulla mia proposta, ovvero ci fa avere un contributo di 2mila euro per la Banda dell’Unione, banda che ancora non c’è».

Ma che stava per nascere.
«Incontro i sindaci. Angelo Zanini, sindaco di Scandolara, propone lo spazio nelle ex scuole elementari di Scandolara. È da sistemare, ma finalmente si può cominciare».

Mancavano gli insegnanti, però. Come avete fatto?
«Mio marito a 19 anni era direttore a Crema, io andavo là ad insegnare lo strumento agli allievi, molti di loro hanno fatto carriera. A distanza di anni li abbiamo ricontattati e sono diventati gli insegnanti della Junion».

Infine, dettaglio non trascurabile, mancavano gli allievi, cioè ragazzi appassionati e desiderosi di entrare nella Banda.
«Siamo andati nelle scuole qui nel territorio, elementari e medie. Non è stato facile, ma insomma a ottobre 2014 abbiamo cominciato i corsi con 12 bambini. Il primo passo ufficiale, è nato tutto così».

Come si svolgono le lezioni?
«I ragazzi vengono per imparare a suonare uno strumento, lezioni individuali una volta alla settimana, poi solfeggio tutti in gruppo, il venerdì. Noi acquistiamo gli strumenti e li affidiamo in comodato d’uso. I Comuni supportano l’attività, le famiglie pagano metà della retta, l’altra metà è a carico della Banda».

Cioè?
«Ogni ora di lezione costa circa 20 euro, 10 sono a carico di chi impara, 10 li paga la Banda. Lo facciamo per aiutare tutti a sostenere le spese per le lezioni».

Quali sono stati i passaggi chiave dopo ottobre 2014?
«A gennaio 2015 prima prova insieme, collettiva. Detto così può sembrare facile, ma è stata un’emozione. Dodici allievi, gli insegnanti, più io, mio marito e i nostri due figli. Dirigeva la maestra Eva Patrini, ex allieva di mio marito, clarinettista e oggi al teatro Massimo di Palermo».

Cosa avete suonato?
«Beh, cose semplici, tipo Nella vecchia fattoria. Ma il fatto di suonare insieme è stato veramente bellissimo. Qualche mese dopo, il 25 aprile è arrivata anche la prima uscita, la prima esibizione. Eravamo qui in paese, abbiamo suonato l’Inno di Mameli, più qualche altro brano. C’erano poche persone, ma ci sembravano tantissime».

Quando è arrivato il primo gettone?
«L’8 dicembre. Ci aveva invitato il sindaco di Vescovato Maria Grazia Bonfante, per l’accensione dell’albero di Natale. Mi ricordo ancora: cachet 150 euro».

Oggi avete 50 allievi, un bel successo, tutti conoscono la Junion Band.
«In repertorio abbiamo colonne sonore, brani rock, pop, brani per orchestra a fiati, dirige Joele Uberti Foppa dal 2021, 30enne di Sergnano, trombettista bravissimo. Posso dire con orgoglio che abbiamo un calendario sempre fittissimo».

Il sogno è stato realizzato. Ce n’è un altro?
«Sì, suonare al Ponchielli. credo che quest’anno ci riusciremo».

Quando?
«Alla festa di Natale della Vanoli. Abbiamo incontrato il presidente Aldo. C’è anche un’altra novità».

Quale?
«La Pep Band, ovvero abbiamo preso spunto dagli stadi americani, un nostro gruppo sarà al PalaRadi nella partite della Vanoli e suonerà durante le pause del match, come avviene nella gare di Nba ad esempio. Il problema è che tutti vorrebbero venire al palazzetto, solo che non ci stiamo, dobbiamo andare pochi per volta».

Che cosa direbbe a chi sta decidendo se venire o no alla Junion Band?
«Venite almeno a vedere le prove, passate qui a Scandolara un venerdì sera così vi rendete conto dell’ambiente. Sappiate che imparare a suonare uno strumento vi arricchisce, vi dà qualcosa in più per tutta la vita. Abbiamo allievi di tutte le età, la più piccola ha 11 anni, il più grande ne ha 80, è un ex di Corte de’ Frati, c’è spazio per tutti».

Dopo dieci anni, si emoziona ancora quando sente un concerto dei suoi allievi?
«Questa Banda mi regala felicità, ho ricevuto sempre più di quanto abbia dato. Ogni volta mi riprometto di non piangere, ma è davvero dura».

Tratto da La Provincia del 18/09/2024, https://www.laprovinciacr.it/news/cultura-e-spettacoli/463479/la-junion-band-compie-dieci-anni-era-il-mio-sogno-ci-regala-felicita.html

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